Natale si avvicina e con esso anche la corsa ai regali. Cosa renderebbe ancora più speciale il vostro regalo? Un bell’impacchettamento che non sia realizzato con la solita carta regalo natalizia ma con un bel foulard che diventerebbe anche esso parte del regalo! Parlo dell’usanza tradizionale giapponese di imballare e trasportare oggetti piegando e annodando un telo di stoffa: il furoshiki.
L’arte del furoshiki oltre a rendere la presentazione più bella di un oggetto è anche una buona pratica per ridurre gli sprechi di carta.
Cos’è esattamente il FUROSHIKI?
Il furoshiki non è altro che un quadrato di stoffa colorato, con delle decorazioni che può essere piegato e annodato in vari modi, a seconda che si voglia semplicemente impacchettare un oggetto, come ad esempio un libro, oppure si voglia creare un qualcosa per trasportarlo e regalarlo in modo originale, creando ad esempio una borsetta dove infilare l’oggetto da regalare o trasportare, oppure per rivestire con stile ed eleganza una bottiglia di vino da regalare.
Il furoshiki può essere considerato un antenato del packaging, e oggi presenta una varietà esorbitante di fantasie, dimensioni e materiali. Secondo la cultura giapponese è irrispettoso donare un oggetto che non sia adeguatamente confezionato.
Durante il periodo Nara (710-784), questo era utilizzato per fasciare gli oggetti appartenenti alla famiglia imperiale. Successivamente, durante l’epoca Heian (794-1185) il suo uso si allargò fino a comprendere il trasporto e la conservazione dei kimono, utilizzati dai nobili di corte.
A partire dal periodo Muromachi (1392-1573) divenne pratica dei cortigiani portarlo con sé al grande edificio termale costruito dal Generale Yoshimitsu Ashikaga. Noto con il termine di hirazutsumi serviva a contenere il cambio di abiti da indossare dopo il bagno.
Nel periodo Edo (1683-1868), quando si diffonde ormai anche tra i semplici cittadini l’abitudine di frequentare i bagni pubblici, il fagotto per i vestiti assume il nome di furoshiki. Tale parola è data dalla combinazione dei termini
- furo (bagno) e
- shiku che significa stendere.
Il grande fazzoletto conserva anche nelle epoche successive la sua funzione principale ma lentamente le sue dimensioni cambiano, e iniziano ad essere fatti di diverse misure per poter avvolgere un qualsiasi oggetto si voglia donare o trasportare in modo pratico. Le dimensioni di questo quadrato di stoffa variano dai 50 cm fino a più di due metri, per riporre i futon invernali durante l’estate.
In epoca antica vi era la curiosa abitudine di tenere un furoshiki pronto con articoli di prima necessità sotto al futon, per essere pronti ad una rapida fuga in caso di incendio o terremoto.
A causa della diffusione delle buste di plastica intorno all’800, l’utilizzo del furoshiki viene meno mentre negli ultimi anni è tornato in uso come simbolo dell’ imballaggio eco-sostenibile. Nel marzo del 2006, il Ministro dell’Ambiente, Yuriko Koike, ha presentato un furoshiki ideato per promuovere la riduzione dei rifiuti. Questo manufatto, realizzato da bottiglie PET riciclate e decorato con motivi del periodo Edo, è stato denominato mottainai furoshiki.
Il termine mottainai (もったいない) significa “non sprecare”; si tratta di un termine ripreso da buddhismo che fa riferimento all’essenza delle cose: tutte le cose hanno un anima, sono lo spirito (kami) del materiale di cui sono state create; gettarle o sprecarle vuol dire non rispettare la loro anima.
Dopo lo sfrenato consumismo dell’epoca moderna, la campagna pubblicitaria della Ministra Yuriko Noike rientra nell’obiettivo di aumentare la consapevolezza contro gli sprechi e promuovere il riciclaggio, rifiutando nei negozi le confezioni in eccesso, riducendo gli sprechi dell’imballaggio con un oggetto riutilizzabile.
I metodi base di avvolgere gli oggetti con il furoshiki sono tre:
- Hirazutsumi (avvolgere) è il modo più elegante, indicato per fare pacchetti-regalo;
- Hitotsumusubi (con un nodo);
- Futatsumusubi (con 2 nodi).
questi metodi base prevedono numerose variazioni
- Otsukaizutsumi , per oggetti quadrati.
- Binzutsumi , per le bottiglie.
- Makizutsumi , per oggetti cilindrici, come rotoli.
- Honzutsumi , per libri.
- Suikazutsumi , per avvolgere oggetti tondeggianti, come le angurie.
Di solito l’oggetto da avvolgere viene posto al centro del furoshiki, diagonalmente. Se ha una forma allungata, la stoffa che avanza ai lati viene piegata per bene attorno ad esso, prima da una parte e poi dall’altra nella direzione opposta.
Avvicinarsi alla filosofia del furoshiki non è solo un vantaggio per l’impatto ambientale ma significa anche ritrovare la bellezza nei gesti semplici e quotidiani con fantasia e creatività.
L’associazione Events planning organizza laboratori di furoshiki e origami natalizi.
Il primo appuntamento PER IL 2019 sarà SABATO 7 DICEMBRE, per restare aggiornati sui prossimi laboratori seguite la pagina facebook events planning cagliari
https://www.facebook.com/EventsplanningCagliari/
Antonella Fiori
Sitografia
http://www.env.go.jp/en/focus/060403.html